E lo so che sgamare su pubblica piazza i cazzi altrui non è una cosa bella. E lo so che quel blog ha illato, senza prove. E lo so che i giornali hanno ripreso tutto, affanculo la verifica delle fonti. E lo so che i presunti omosessuali ne sono usciti alla grande in fil d'autoironia. E lo so che tutti, ma proprio tutti, hanno giustiziato l'outing forzato in nome di un'enormità di argomentazione giustissime (queste, per esempio. O queste, o ancora queste). Tutti, pure i gay stessi, quelli ufficialmente organizzati, si sono incazzati.
Però io nel mio piccolo sogno che gli stessi autori della lista maledetta trovino un disperato pronto a sacrificarsi sull'altare della coerenza. Che adeschi Gasparri, che se lo trombi tutta la notte, e che filmi tutto. E che lo pubblichi. Perché sarò strano io, ma quelli che dicono una cosa e ne fanno un'altra mi stanno dannatamente sulle palle. La chiamano ipocrisia. Io li chiamo i professionisti dell'ossimoro etico: i ricchioni omofobi, i devoti che vanno a puttane, i bacchettoni che pippano, i preti che violentano i chierichetti, i poliziotti che picchiano a gratis, i negri che odiano i negri, Magdi Cristiano Allam.
Vanno tutti, maledettamente, sputtanati.
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