Ora invito un genitore di buona volontà, e possibilmente fornito di adeguata vis polemica, ad appendere nella classe di suo figlio un bel Buddha pacioccone, o quella specie di labirintico Bagua che piace tanto ai taoisti, o la mezzaluna islamica, o il Faravahar che - apprendo dal mio salumiere mezzo assiro e mezzo di Forcella - è il simbolo del Zoroastrismo, ma basta anche quel simpaticone di Ganesh a dirla tutta. Lì, proprio a fianco al crocifisso, che non ha mai fatto male a nessuno. E che mai ne farà, perché così ha sentenziato la Corte di Strasburgo. Non lede cioé i diritti di tutti gli alunni che non sono cristiani, ma seggono in una classe simbolicamente cristiana per disposizione ministeriale. Dunque nemmeno tu, caro il mio papà-provocatore, dovresti commettere alcun sopruso e/o reato. Vogliamo vedere che succede? Scommettiamo che chiamano i Carabinieri, giusto perché Torquemada ha il telefonino spento da un po'?
A parte il papocchio dei rapporti tra Stato e Chiesa, nel quale eviteremmo di addentrarci per dribblare una solenne scomunica (il Papa si sa, legge Marioplanino), una sola cosa mi piacerebbe chiedere alla Corte di Strasburgo: con questa decisione avete fatto esultare - come manco Schillaci a Italia '90 - contamporaneamente la Gelmini e Borghezio. Non vi sorge il dubbio che qualcosa non quadri?
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