Io faccio un passo avanti: chi controlla i fact-checkers?
Esempio a tema: oggi su tutti i giornali c'è la gaffe di Richard Mourdock, candidato al seggio senatoriale dell'Indiana, che ha definito la gravidanza da stupro come "God's will", volontà di Dio. Su Factchecking.it la notizia è bollata come "affidabilità 0%". Poiché la policy del sito cerca di ispirarne un utilizzo razionale ("fallo in modo responsabile, valutando con attenzione ciò che segnali, utilizzando fonti attendibili e segnalandone eventuali limiti e contro indicazioni"), il passo successivo è capire come fa una dichiarazione pubblica di tale evidenza ad essere totalmente "falsa". Ebbene, il fact-checker del caso cita un pezzo del NYTimes a supporto della seguente motivazione:
"Affermare che Dio vuole qualcosa non significa affermare che ne vuole anche tutte le cause o precondizioni. Per esempio Dio vuole l’Incarnazione ma non vuole il peccato originale. C'è stata una notevole strumentalizzazione delle dichiarazioni di Mourdock"Questa interpretazione della dichiarazione, nel pezzo originale, è dello stesso Mourdock: “God creates life, and that was my point,” Mr. Mourdock said. “God does not want rape, and by no means was I suggesting that he does.”
Ecco, il punto è: basta un pasticciata rielaborazione filosofica della volontà di Dio per definire una notizia "falsa"?
Non è che il fact-checking diffuso, magari, sta al controllo dei fatti professionale come il giornalismo della gente che fa video col telefonino sta al mestiere del giornalista professionista?
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