venerdì 18 maggio 2012
IN DIVIETO DI SOSTA. A MIA INSAPUTA
Ve la faccio breve: ieri ho parcheggiato in divieto di sosta a mia insaputa. Cioè: per miracolo avevo trovato un posto regolare, strisce bianche apposite, per la mia moto, in via San Pasquale, quartiere Chiaia, Napoli """"bene"""" con mille virgolette e mimo esplicativo a supporto. Non uno scooter, badate: una moto da 200 kg, con un bel bloccadisco cementato alla ruota. Tempo tre ore, e al mio ritorno la mia moto non c'è più. Meglio: non c'è più nemmeno il parcheggio regolare per le moto. Solo una lunga fila ordinata di auto. Moto rubata? No, semplicemente spostata di peso e posizionata a 3-4 metri sul marciapiede, col manubrio appoggiato alla saracinesca di un negozio. Scorgo il parcheggiatore abusivo che svolge il suo onesto lavoro in una zona ufficialmente "bonificata" dal Comune, e vado a chiedere spiegazioni. Prima risposta: "Nun saccio niente, io guardo le macchine, non i mezzi". Insisto. Seconda risposta: "Saranno stati quelli che dovevano parcheggiare la macchina". No. Terza risposta: "Ma pecché, se pure fosse, qual è il pobblema?". Errore mio: mi porgo male. Quarta risposta: accerchiamento di altri tre energumeni spuntati presumibilmente dalle viscere della città per magìa, due in scooter: "Capo, dici a noi, che vuò fa'?". Vabbé, decido pavidamente che non ci voglio arrivare alla quinta risposta, per cui mi allontano e vado in cerca di una pattuglia qualsiasi. Ma sono le 22:30, mica è facile. Allora chiamo: non risponde nessuno. Nessuno per 10 lunghissimi minuti, né i vigili urbani, né la Polizia. Rispondono i Carabinieri e mi dicono onestamente che non manderanno una pattuglia per una cosa del genere. Prendo coscienza che non perderò ulteriore tempo per presentare una denuncia per spostamento fisico di motoveicolo. E me ne torno a casa con le pive nel sacco, incazzato come un ramarro, sperando che non mi arrivi, un giorno o l'altro, anche la multa per divieto di sosta. A mia insaputa.
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