Lo so che ambite tutti ad esserci, a marcare il vostro tempo come il migliore di tutti i tempi, a salvarvi il momento per poterlo poi raccontare al nipotino su una sedia a dondolo, sotto il portico in una notte stellata e la staccionata bianca, "Io, caro Michelino, ho visto il gol più bello di sempre, lo sai?". E' un gioco facile che vale un po' per tutto, e si fa spesso. Ma fatevene una ragione: quel gol, qualsiasi gol in rovesciata, cioé frutto di un singolo - per quanto prezioso - gesto non può valere di più, anche esteticamente, di una sequela di eventi tecnici unici a catena, come un dribbling prolungato portato avanti per lunghi secondi, con l'affanno che ti mangia l'ossigeno, e il mondo là fuori che ha il tempo di chiedersi "COSA STA FACENDO?!".
Ecco, la rovesciata è una cosa che sanno far tutti i calciatori professionisti, più o meno bene. Si impara nei vicoli, per strada, da bambini. E ci provi, ogni tanto ci provi. Che sia in Nazionale, in Champions o in serie D. Ogni tanto ci provi, e ogni tanto ti riesce. Ma è un lampo, bellissimo e fragoroso, ma è solo un lampo. E non vale per classifiche di nessun genere.
Insomma, tutto sto sproloquio per dire a voi che osannate Ibrahimovic che ora vi tocca osannare pure Mexes. E che, cari miei, l'unica cosa che val la pena di raccontare a vostro nipote Michelino, se avete avuto la fortuna di aver vissuto nel tempo giusto, è una cosa così:
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