Ma perché, dico io? Dai, lo fai apposta allora. Hai superato un girone infernale, ci hai portati agli ottavi di Champions, ti sei conquistato la sempiterna gratitudine del tifoso napoletano. Te lo dico: ti sei preso uno spicchio di storia. Ti costava tanto continuare ad evitare i microfoni? O magari assumere un bell’addetto stampa di quelli bravi? Facciamo così, te la detto io la dichiarazione perfetta: “In quel momento ero preso dalla foga, è stato un eccesso di grinta. Un momento di rabbia per i giocatori del Villarreal che perdevano tempo, loro che non avevano niente da perdere. E’ stato istinto puro. Non avrei dovuto, ho fatto un errore. Ma i ragazzi sono stati bravissimi a riprendersi”. Punto.
Ecco, caro Mazzarri, non era difficile. Bastava dire la verità. Perché tanto la città vive da mercoledì in un orgasmo prolungato, ti perdonerebbe anche l’omicidio a fin di bene. E invece sono due giorni che dichiari a reti unificate la seguente fregnaccia: “Volevo fornire un input alla squadra, ho pensato che un gesto del genere li avrebbe stimolati”. Ma per favore! Quella spinta a Nilmar sullo 0-0 era premeditata? Sei troppo avanti, scusami. Non l’avevo capito. Però vuoi sapere tutto il resto del mondo come l’ha letta? Come una scenetta patetica, l’eccesso di “freva” di un allenatore in panne. Hai fatto la figura di un piccolo tecnico, non abituato a gestire queste pressioni. Altro che Mourinho. Hai rischiato che la squadra intera andasse nel pallone, che aggiungesse tensione all’ansia da prestazione. Non è successo. E sai perché? Perché la squadra è matura, è diventata grande. E perché è una vera squadra da Champions. La tua squadra, messa in campo da te. Una meraviglia continua, ormai è chiaro a tutti. Non c’è bisogno di esagerare. Basta godersi la realtà: sei un ottimo tecnico, ma lascia stare i microfoni, ti prego.
(e questo pezzettino lo trovate pure sul Napolista)
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