sabato 30 ottobre 2010

TOTTI E IL CONTRARIO DI TOTTI

L'avevamo lasciato alla rincorsa di Balotelli. Aho, vie' qua, ndo vai vie' qua. Un calcione diretto, con la faccia incattivita dalla frustrazione. Altro che quel bonaccione che riempie la tv di spot sorridenti. Lo ritroviamo in preda ad una crisi isterica. Espulso (salterà il derby) dopo uno sgambetto di Olivera e la sua (ovvia?) reazione. Placcato dai bodyguard, perché non vada a farsi giustizia da solo. Onta su onta, scene da Pupone: Totti Francesco, anni 34. Il giorno dopo la faida con Balotelli Totti continuò a  picchiar duro, sul suo sito personale a penna tesa, se così si può dire. Autoindulgente e sfocato, con il luogo comune estratto di buon grado per parlare direttamente al suo "popolo". Balotelli provoca e quindi se lo merita. Una cosa tipo "ha cominciato lui", beghe da silo nido. Aspettiamo con ansia (ma anche no) che il Corriere dello Sport pubblichi domani o lunedì una sua lettera autografa, direttamente dal carrello dei bolliti. Per dirci qualcosa di nuovo, magari. Qualcosa che la sua carriera non abbia già reso noto. Una carriera a vampate. Ricordiamo insieme, vi va?
Totti ha il curriculum di un re che non riesce a reggere la sua corona. E' - anche - quello delle maglie cattive, dei gesti irridenti, delle scarpe strette e delle polemiche roventi. Tutto e il contrario di Totti. Magie, gloria, ma anche bizzarrie fuori programma. Fu lui, per esempio, ad essere la pietra dello scandalo, antesignano delle maglie maliziose, cacciando fuori la scritta "vi ho purgato ancora" l'11 aprile 1999 nel derby di Roma. Che, con accenti un po' pecorecci, era un modo per dire ai laziali: vi ho fatto ancora gol. Quella maglia, quella frase a Roma è ancora oggi un monumento alla romanità. Ma la cosa non piacque all'International Board, che da quella "prima pietra" costruì il divieto di maglie e scritte sottopancia. Poi le gesta sportive. Prima il "cucchiaio" (primo della stirpe tottiana) irridente e geniale a Van der Sar nella semifinale dell'Europeo a Belgiolanda. Poi al momento della consacrazione, 2 anni dopo, il Mondiale incriminato in Corea: mai decisivo, espulso nella partita della beffa coreana da Byron Moreno per simulazione e doppio giallo. E investito dalle polemiche "affettive" e di ingerenza della dolce Ilary nel ritiro azzurro. Totti, ormai maturo e scudettato, nella Roma smette di dosso le maglie cattive ma non il vizietto della provocazione. Roma-Juventus 8 febbraio 2004: la Roma vince, stravince, 4-0. Totti alla fine fa il marameo a Tudor: "4, zitti e a casa". La telecamera lo immortala, e per una volta verba manent: a Roma nascono migliaia di maglie con il graffito di Totti e la frase dell'umiliazione bianconera. Rieccolo ora con quella faccia cattiva, roba da pubblicità regresso. Dopo lo sputo a Poulsen disse di non rivedersi in quel fotogramma (e noi invece ce lo rivediamo eccome), che non aveva coscienza di averlo fatto. Mister Totti e Dottor Pupone. Totti e il contrario di Totti. Le scuse stanno a zero, France'. Una volta di più.
PiC

2 commenti:

  1. Totti è la luce. Punto e basta

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  2. Mi domando se uno come Zico o Careca o Garrincha (N.B. volutamente non ho scomodato nessun santo...) avrebbero potuto avere atteggiamenti come quelli di Totti in campo. Una volta può capitare, perdi la testa. Ma continuare è indice di un modo di essere. Un modo di essere che a me non piace.

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