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mercoledì 1 dicembre 2010

IL MIO MIGLIOR AMICO

Questa cosa per cui d'improvviso tutti sono amici di tutti, è francamente inquietante. Ma davvero ora dobbiamo sorbirci un Mondo che si riscopre incollato con l'Attak solo perché "oh, quell'Assange sparge veleno, eh"?
Cioé, Hillary Clinton dice che Berlusconi è il miglior amico degli Usa. E Sarkozy? Che lo chiamavano Sarkozy l'americano, per quanto era ammiratore di Bush?
Se tutta questa Wiki-follia ha un senso, certo non è quello del ridicolo. E se un merito Assange (che un consigliere canadese ha proposto di assassinare) ce l'ha è quantomeno aver dimostrato che la ragnatela degli affari internazionali è una enorme fetta biscottata. La sfiori un attimo e finisce sbriciolata con tutta quella millantata credibilità di cui sperava di godere.
Pensavamo che un certo modo isterico di gestire le cose fosse una nostra prerogativa, invece passano le ore e scopriamo che almeno lo strato superficiale della politica estera funziona proprio alla stessa trista maniera. Poi, magari, c'è una sottotraccia di cui noi comuni mortali non siamo a conoscenza. Una fitta rete di intrecci degni di anni di storia politica, mica sta accozzaglia di gorgheggi parossistici da Pomeriggio5.
In fondo spero sia così: perché altrimenti questo polverone del nulla diventa una bega da asilo nido.
Lo sai che gli Usa dicono che sei vanitoso? Non è vero, non è vero, sei tu che sei invidioso, lui è mio amico. Ehi, ma non era già il mio miglior amico? Posso essere migliore amico di tutti e due? Solo se mi dai un bacetto...
Una roba così.
PiC