sabato 23 ottobre 2010

IO BOSSERO', TU BOSSERAI, EGLI...

Non lo avete proprio capito, l'Umberto Bossi. Criticate, bravi, criticate. Ma come si fa ad avere un Ministro della Repubblica che parla in quel modo? Ma che schifo qua, ma che bruttura là, indegno su, inqualificabile giù... Bravi bravi.
Ieri per esempio. Gli han chiesto se la Moratti va ricandidata a sindaco di Milano. E lui? "Ciao...". Dai, stupitemi: che avreste risposto voi? 
L'altra volta quei farabutti di giornalisti avevano osato porgergli qualche altra arguta domanda mentre s'infilava in auto... Dito medio. Perfetto, no?
D'altra parte è il suo gesto d'adozione. Ipotesi di governo tecnico? Ecco qua.
E all'abbuffonata della pace Roma-Nord con la casta a ingozzarsi alla faccia del popolo beone? Bossi va incontro ad Alemanno e rutta fuori uno stupendo: "Che cazzo corri a Roma...". Si riferiva al Gp, ovviamente. Avete bisogno delle note a pie' di pagina? Per favùr...
I testi non glieli scrive Trota, no. Basta co' 'ste polemiche da borghesucci marxisti (l'accostamento fa un po' ghiaccio bollente, non vi pare?).
Umberto Bossi è troooooppo avanti. Talmente avanti, che è un futurista!
Sì, Marinetti, quelli lì. Che stracacchio di figura ci facciamo noi che abbiam fatto il liceo a non capirlo? Mentre gli elettori padani, loro beh lo sanno sì. Magari vai a vedere che il Boccioni ad Adro lo insegnano già in quarta elementare, tra una frazione e una divisione a due cifre.
"Ciao...". Un dito medio. Il "cazzo" usato come il fucking dei ghetti americani. Ci siamo? Gli elementi ci sono: abolizione del culto della tradizione, rigetto della sintassi, "parole in libertà", espressioni dialettali, onomatopee, neologismi...
Tra una scoreggia e un borgorigmo me lo vedo il nostro Bossi, un po' incagliato dai postumi dell'ictus, parlare con Borghezio per descrivergli che aria tira a Montecitorio:
"Bocche di scogli che aspettano gli sputi del mare popolare.
Tremolio accelerato di pance che temono le bombe.
Poltrone a ventosa. Ogni poltrona-cardinale tiene il suo deputato sulle ginocchia.
In alto sul muro circolare colano i cavalli di Sartonio. Soffitto a vetrate ecclesiastiche, setaccio di luce vigliacca.
Note dominanti: vecchio rosso di vino vomitato con piselli rosa-pallido della carta asciugante.
Marcora, scheletro in stiffelius, enormi occhiaie fonde.
Negli altri settori di quella fogna in forma di imbuto, emergono mostruosi ossami, frammenti di mammut.
Un deputato si trascina su per i gradini, va ad annusare un corpo flaccido che ha uno strano tremolio vermicolare. Morto? Non ancora. Fra poco. Come mai puzza tanto? Il puzzo cadaverico si armonizza colle voci da eunuchi, o da vecchie porte medioevali arrugginite.
Agitazione guizzante di pesci rossi socialisti boccheggianti, tutti attenti per ascoltare una balena avvocatesca.
I deputati ancora vivi s'aggirano stanchi e sonnolenti come ciceroni o uscieri, in un mausoleo ignorato dai Baedeker".


E cosa gli hai detto a quei romani di merda? (gli chiede il tronfio Borghezio)


"Per bersagliarvi degnamente, o mammut, vecchi trichechi, balene bibliche, pescicani sdentati, anguille da pantano, non ci voleva certo un mio discorso!
Meritavate uno di quei travolgenti, inondanti e feroci sputacchi con cui il fante si liberava la gola, dopo un'offensiva d'agosto sul Carso rovente e scoppiante di pianto!
Protesto contro la vostra politica e vi urlo: Abbasso Nitti! Dichiaro che non può sussistere il Ministero dei sabotatori della Vittoria, degli schiaffeggiatori degli ufficiali, un ministero che si difende coi carabinieri e coi poliziotti! La vostra viltà è lo scherno più grossolano ai sacrifici dei combattenti, che vi disprezzano e vi negano ogni diritto di rappresentarli più oltre. Vergognatevi. La gioventù italiana, per bocca mia, vi urla: Fate schifo! Fate schifo!".


Chiaro?
PiC

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