Dieci centesimi sul bancone, perché sì, si fa così.
- Ho due matrimoni a maggio. Uno lo taglio...
- Puoi dire che tuo figlio è piccolo... Sorrento è lontana... si stanca... non hai a chi lasciarlo...
Due occhi si piantano fissi nei miei. La ragazza interviene a pier pari.
- Fai come ho fatto io
- Cioé?
- Avevo zio Nicola che non stava bene, ma niente di grave. Gli ho chiesto: zi' Nico', ti dispiace se ti uso come scusa per non andare ad un matrimonio? Ma quando mai, bella mia, fai fai... Oh, ho detto che zi' Nicola stava malissimo, e ho risolto
- Beh, la scusa è vecchia
- Solo che poi zi' Nicola è muort'...
- Azz
La voce mi arriva alle spalle, io nemmeno l'avevo visto quello del "macchiato senza zucchero" alla mia destra:
- E no, non ve grattate'... Che' cchiu' parlate da' morte, e chella cchiu' tardi se fa vede'!
Da dietro la macchina del caffé spunta con tempismo da consumato mattatore il parrucchiere della bottega a fianco. Assolutamente invisibile, zompa sorridente:
- Nun sia mai dovesse morì 'a zia vosta"!
E si rintana di nuovo, tra le risate.
Entra dalla porta ghiacciata un uomo in ciabatte:
- Scusate, mi fate un caffé? Che devo tornare in ospedale prima che se ne accorgono..."
Un semplice caffé, in un bar qualunque, in un pomeriggio qualunque.
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