martedì 3 gennaio 2012

QUEL CHE CI IMPORTA DEL CAUCUS

A rischio di passare per uno spettatore di Kalispera, io lo dico: è imbarazzante lo spazio che si dà in giro alle primarie americane. E' imbarazzante per me, che da un paio di giorni cerco di interessarmi della questione, almeno per giustificare il mio pezzo di carta in Scienze Politiche. Caucus, Iowa, Romney, Paul, Santorum... se non sapete di cosa sto parlando non rammaricatevene e recuperate con questo pezzo esperto di Francesco Costa. Se non ve ne frega niente, continuate a leggere: a parte la fisiologica attesa di capire chi proverà ad insidiare Obama per il posto di capo dell'Universo conosciuto, davvero non capisco perché il circo lunghelettorale americano debba trovare asilo sulle prime pagine italiane con questo fragore, quando basterebbe un trafiletto a frittata fatta: "Si sono concluse le primarie americane ecc... ecc...". E' una roba molto tecnica, da addetti ai lavori, con meccanismi sfinenti pure per uno che li ha studiati. Ed è petting politico, preliminari. Si farà sul serio molto più in là, ma siamo qui tutti arrapati a goderci i dibattiti della provincia americana, con tutti i suoi sfoghi pecorecci. Su Repubblica.it il sommario dice: "A poche ore dal caucus repubblicano...". Manco stessimo aspettando l'ultimo liftoff dello Shuttle. E se esci a cena con la persona sbagliata capita pure di trovarti imbottigliato in una conversazione porno-soft sull'inconsistenza dei sondaggi elettorali del Massachusetts.
Magari mi sbaglio, però. Magari è la società dei consumi di basso livello che mi sta risucchiando. Magari quando giocavo a fare lo studentello intellettualoide, ero solo un coglionazzo un po' snob. Ecco, mi sa che è così, proprio.

1 commento:

  1. non ti illudere, sei ancora un coglionazzo un pò snob!

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