Eusebio è un campione italiano non italiano. Di più, è una promessa italiana che l'Italia non può mantenere, non ora. Perché è un G2, un italiano di seconda generazione. Per legge non ha (ancora) la cittadinanza, e quindi il Coni non potrà dargli la maglia azzurra per andare alle Olimpiadi di Londra 2012. Fa niente che Eusebio Haliti, 19 anni, sia il più forte quattrocentista juniores d'Italia. Vive e fa atletica a Bisceglie, in provincia di Bari, ma è nato a Scutari, in Albania. E la legge sulla cittadinanza (numero 91 del 1992) non ammette ignoranza né privilegi: per chiederla, i ragazzi stranieri cresciuti da noi devono dimostrare di risiedere legalmente nel nostro Paese da almeno 10 anni. Per Eusebio la fatidica data scatterà solo nel settembre 2012, tre mesi dopo l'apertura dei Giochi. Troppo tardi. Il bello - anzi il brutto - è che lui è arrivato in Italia con la madre e la sorella nel settembre 2000, ma può documentare la residenza solo a partire dal settembre 2002.
"La legge sulla cittadinanza e' una norma iniqua che ci impedisce di schierare i nostri atleti. E dico nostri perche' questi ragazzi sono italiani - commenta Tonino Ferro, l'allenatore di Eusebio -. È assurdo: abbiamo dei campioni e non li possiamo far gareggiare a livello internazionale". L'atleta pugliese (almeno pugliese lo è), tra l'altro, si può dire che è il migliore italiano sui 400, ma anche il secondo, il terzo, il quarto... detiene le prime otto prestazioni cronometriche italiane sui 400 metri, ed è settimo nelle graduatorie europee under 20. Il suo miglior tempo lo ha ottenuto al meeting internazionale di Ginevra lo scorso giugno: 47 secondi netti. "Chi vince i campionati italiani e' il primo candidato per la nazionale. Ma io non posso gareggiare vestendo la maglia azzurra: questa è la cosa più frustrante -spiega Eusebio-. Mi sono anche perso delle belle occasioni, ad esempio non posso entrare a far parte dei gruppi sportivi militari. Ho frequentato le scuole in Italia, conosco la storia di questo Paese, i miei amici e la mia ragazza sono qui. Quando dico casa, penso a Bisceglie".
L'ipotesi di gareggiare per l'Albania non l'ha mai presa in considerazione anche se da Tirana è arrivata l'offerta di una borsa di studio. Preferisce restare in stand by per due anni e attendere lui, velocissimo, le lentezze della burocrazia: "Se tutto va bene, avrò la cittadinanza all'eta' di 21 anni, ma sono tranquillo perché so che i miei obiettivi come atleta sono di più lungo periodo". Questo non è un Paese per giovani, e nemmeno per italiani...
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