giovedì 22 dicembre 2011

TUTTI AL MAREEE

Pare che lo facciano apposta. E invece ci sono. All'inizio tutti, ci sono. Poi tutti se ne vanno. E ne restano pochissimi, che non si sa cosa ci facciano più.  Ore di blatero professionista: "onorevoli colleghi", interesse del Paese, sacrifici, ne siamo consapevoli, il nord che lavora, il sud che rubacchia, i lavoratori, le operaie, i pensionati, l'Europa. Ore a tradire l'italiano, con le d che diventano t, e le c che diventano g. E i logopedisti a far festa in una foresta di erre mosce che stuprano i congiuntivi. Ore a dire sempre le stesse cose, che speri che poi abbiano detto e invece no, dicono ancora. Poi arriva il voto, e mentre votano il sangue e le lacrime scambiandosi doni, infilano la giacca e armano i trolley. Che la festa è finita, anzi comincia. Lo scrivono pure le agenzie. La DIRE, per esempio:  

Si chiude in un'aula deserta e con uno numero che chiama in causa la scaramanzia l'iter del decreto 'salva Italia' in Parlamento. Mentre il presidente del Senato Renato Schifani legge l'esito del voto (257 si' su 299 presenti), sono diciassette i senatori ancora nell'emiciclo, piu' o meno equamente divisi tra centrodestra e centrosinistra. Mario Monti e' al suo posto, seduto al banco del governo con attorno i ministri. Gli altri senatori, molti dei quali trolley alla mano, hanno gia' lasciato palazzo Madama: le feste di Natale per loro sono gia' iniziate. In Senato si torna il 10 gennaio.
Ed è questo il senso di tutto. Monti che guarda questi cialtroni affrettarsi a prendere le ferie. Vorresti dirgli, a Monti, che la sua manovra fa cagare. Nel merito, vorresti dirglielo. Ma come fai. Li guardi, poi guardi lui al suo posto. E gli dici che c'ha ragione. E gli metti una mano sulla spalla. E te lo coccoli persino, quel pezzo di persona seria. Macheccazzo.

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