venerdì 26 ottobre 2012

E ORA TORNIAMO IN MANO A QUESTA GENTE QUI

Odo gli augelli far festa. Perché, in piena primavera da primarie, fatalmente le elezioni si avvicinano. È la politica che si fa la festa da sola ma non lo sa, aspettando la catarsi del voto a riportare questo pazzo mondo tecnico alla normalità. Il mantra che ascoltate ovunque è: c'è bisogno di una risposta politica, di un ritorno alla politica. A dire il vero a ripeterlo incessantemente sono i politici stessi,  facendo leva sull'ovvio malcontento della gente per le scelte impopolari del governo tecnico. Messo lì, è bene ricordarlo, per fare appunto scelte impopolari. Quelli poi so' bravi e hanno condito il tutto con una bella dose di antipatia, ma questo è un altro discorso. Insomma, così è facile: avete visto come state male? Colpa dei tecnici, ora torniamo noi, i partiti, che siamo la democrazia, eh. E allora sì che tutto andrà per il meglio.

Stacco.

Ieri in Senato erano in discussione gli emendamenti al ddl Sallusti che dovrebbe cambiare le regole della diffamazione a mezzo stampa. Una leggina, nel panorama generale. Eppure eccoli lì tutti ad affannarsi alla battaglia della botteguccia, blaterando di intese come se di intese ce ne fosse fisiologicamente bisogno ogni dannata volta per leggiferare.
Eccola spalancata la finestra su quel che è stato, quel che è, quel che sarà: ci hanno buttato dentro di tutto di più, scavallando la soglia della ragione e del risibile. Persino cavilli sulle ineleggibilità che proprio niente c'entrano con la legge in questione, sperando di farla franca nel nebbione del "si approva" compulsivo. Ad un certo punto, per dire, quando pareva che le cose filassero via in qualche maniera, si sono ritrovati a votare tre emendamenti identici in fila sull'obbligo di rettifica delle testate sul web: non ve la faccio lunga, ma la cosa era da comiche, ogni emendamento cambiava di pochissimo quello precedente con il risultato finale di aver distrutto la ratio complessiva, rimettendo tutto in gioco, di nuovo tutto in rissa.

Ma questo, direte voi (in faccia però, dovete dirmelo in faccia) è il problema di un Parlamento con una maggioranza Pd-Pdl che non deriva dalle urne.
Beh, allora guardiamo una parte sola, il centrosinistra, quelli che - ci scommettono tutti - vinceranno le elezioni. Dopo essersi scornati a lungo sulle regole delle loro primarie (roba che già lì uno vota Grillo per principio, quasi quasi) arrivano alla genialata rivoluzionaria: la registrazione online. E dai su, che siamo nel 2012. E invece no: prima comodamente a casa ti registri online, poi però devi stamparti la ricevuta, devi andare all'ufficio elettorale per ritirare il certificato, e poi con quello vai al gazebo dove si vota. Follia riassunta magnificamente da Makkox così.

Ecco, questa è la politica di cui tutti sentiamo disperatamente il bisogno. I politici salvatori della democrazia sospesa dal governo tecnico. Questa gente qui, con questo livello di incapacità colpevole, e di incuria della cosa pubblica.
Lo dissi prima dell'avvento di Monti e i suoi. Lo ridico adesso che a forza di choosy e cagate annesse si sono fatti odiare quasi come Schettino: se il dopo-Monti è il pre-Monti, Monti tutta la vita.

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