lunedì 14 novembre 2011

SOGNO O SON TECNICO?

Vediamo se riesco a spiegar(me)la questa. Giro a strattoni pagine di giornali, anche quelli più aggressivi, quelli che si autocelebrano come i protagonisti della cacciata di Berlusconi. E tutti, dico tutti, trattano il prossimo governo tecnico come una specie di tappabuchi, una medicina straordinaria e necessaria. Ma che poi, perdinci, si torni alla normalità. Un mio amico, sul suo blog, ha scritto:
Ne usciamo sconfitti noi cittadini ai quali è stato tolto il diritto di voto, prima con una legge sciagurata e poi con un sotterfugio della politica che di fatto ci costringerà a subire un governo non scelto, appoggiato da un parlamento anch’esso non scelto…
Ed è argomentazione un po' sterile. E' chiaro che non l'abbiamo votato noi, Monti. E ci dobbiamo paccheggiare sulle spalle perché dobbiamo subire il suo governo? Va bene, dai: pacca. Oh me tapino, me derelitto... Ok, finito? Ma davvero vogliamo infliggerci la pena di sottostare pedissequamente al dogma pseudodemocratico che ci impone di aver a che fare con la politica, perché le regole del gioco sono queste? Io la guardo da un'altra prospettiva: "tecnico" si può anche tradurre come "esperto". Punto. Può bastare, secondo me. Cioè, una volta tanto potremmo coniugare al presente il verbo amministrare. Mi conforta sapere che a gestire la cosa pubblica ci siano persone che sanno di cosa parlano, che hanno studiato la materia che trattano, che sono nel loro campo (spesso) tra i migliori. Anche se politicamente non la pensano come me. Ma che agiscono maneggiando la sostanza delle cose (anche sbagliando) senza i paraocchi del consumo politico: l'azione per il potere fine a se stesso è il virus che ci ha fatto ammalare. In quale mondo ideale la politica - questa politica - riflette democraticamente un'Italia non autoreferenziale capace di non implodere alla ricerca del potere quotidiano e spicciolo? Non è che ogni tanto, in tempi in cui si razzolano briciole schiacciate sul pavimento, conviene abdicare? Prendere uno di quelli bravi, e metterlo su una poltrona a fare il suo lavoro per il nostro bene? Una Gelmini in meno, e un Monti in più insomma. Anche non eletto direttamente, ma cazzo alleluia! E che la politica - sconfitta per forfait, mica per altro - si fotta. O no?

6 commenti:

  1. e no Caro Mario, non condivido per niente. Potrei iniziare questa mia replica con mille incipit, te ne regalo solo qualcuno:
    1) scompagno a morte per avermi criticato...
    2) il fatto di chiamarti Mario non ti obbliga a difendere Monti
    3) Sterile a me? Ma l'hai vista Serena da 2 anni a questa parte?
    4) Mè capitato spesso di essere eccitato, poche citato, bella sensazione...

    Veniamo al discorso.
    Innanzitutto mi costringi a dire "hai decontestualizzato una frase da un ragionamento più ampio" nel quale cercavo di spiegare come Berlusconi abbia di fatto modificato a tal punto le regole del gioco, facendole saltare tutte, da costringerci a violarle anche noi pur di salvare la barca.
    L'argomentazione secondo la quale meglio un prof. universitario di una Gelmini o di un'altra concubina, per quanto nel caso di specie condivisibile, non lo è sul piano generale. Ci sarà sempre nel paese (e spesso fuori) qualcuno di più preparato, più affidabile, più capace e più probo, dei politici di turno, ma questo non può e non deve determinare stravolgimenti nei vari Governi, altrimenti spiegami a cosa servono le elezioni.
    Ben ci si dovrebbe interrogare invece sulle modalità di selezione e crescita della classe politica e dirigente italiana.
    Il tuo "fine giustifica i mezzi" può andar bene ora per noi che non vorremmo Berlusconi nemmeno a pulire i cessi di casa, ma potrebbe andarci contro quando al Quirinale ci sarà un Casini, quanto questo Casini sceglierà un Cuffaro come "tecnico" per uscire da una "crisi"...Insomma le regole servono per far sì che non si abusi di un potere, ed in questo momento Napolitano, seppur costretto e seppur a ragione, ha dovuto di fatto fare una forzatura.
    Spiegami ancora perchè l'opposizione non ha sentito l'esigenza quanto meno di sfiduciare Belusconi, per cancellare ogni ombra sulla sua tenuta, invece di permettergli di parlare, come ha fatto ieri, nel suo messaggio in stile "C'è posta per te" di un Presidente coraggioso e generoso che ha lasciato senza essere mai sfiduciato e lasciando presagire ricatti e tranelli.
    O accettiamo l'idea che la democrazia non esiste o se ci illudiamo che esista dobbiamo imparare a non derogare alle sue regole anche quando scomode. Oggi è come se si fosse proclamato lo stato di guerra e come quando negli Usa hanno promulato il Patrioct act per ridurre le libertà. C'è sempre una valida scusa per mortificare la democrazia e la partecipazione, ma noi dobbiamo trovarne sempre almeno due per ribadirne la bontà quanto in termini di obiettivo cui dovremmo tendere.

    E poi permettimi ancora un ragionamento, l'argomentazione secondo cui ministro della sanità deve essere un dottore, dell'agricoltore un contadino e degli interni un tampax, non ha molto respiro. Ai ministeri, ai posti chiave, vanno messe persone lungimiranti, capaci di gestire la pressione e coordinare i team di esperti che comunque ci sono. E poi se credi che mettere i baroni universitari al potere sia meglio, quegli stessi che questo sistema lo hanno sfruttato e determinato, allora accomodati pure in questa illusione. Io credo che l'emergenza ci sia e che gli strumenti democratici abbiamo mostrato la propria debolezza, ma credo che è su questo che si debba lavorare, ad una democrazia che sappia sostenerci anche e soprattutto in tempi di guerra.

    RispondiElimina
  2. e poi cazzo la "fonte" potresti anche citarla...
    http://newpatthai.blog.tiscali.it/

    ;)

    RispondiElimina
  3. Infatti ho citato la frase ma non il tuo post che parlava d'altro e in altro modo.
    Il ragionamento è lunghissimo. Direi che questa democrazia italiana è deteriore: non garantisce assolutamente nessuno dei principi (condivisibilissimi) di cui parli. E' quello il punto. Ed è chiaro che un governo tecnico non può avere sempre come madre l'emergenza. Io vorrei la possibilità di poter andare a votare anche per i tecnici, per capirci. E' sul sistema che sottende i meccanismi democratici che non sono d'accordo: perché questi devono per forza essere monopolio dei partiti e del loro modo di pensare? Capita che i tecnici, i "migliori", proprio per non aver a che fare con i partiti stiano lontano dai ruoli di governo. Ecco la nostra rovina... Ma ripeto: il discorso è lungo

    RispondiElimina
  4. Ps. guarda che http://newpatthai.blog.tiscali.it/ era linkato alla parola blog... ;-)

    RispondiElimina
  5. Concordo con PatThai: dopo 17anni di B. anche la merda ci sembrerebbe cioccolato. Un governo di tecnici ultrasessantenni baroni universitari legati al Vaticano e all'attuale classe dirigente. Mettano in pratica la lettera della BCE e se ne vadano. Presto che questi hanno la memoria corta come i criceti.
    Kappa

    RispondiElimina
  6. Il discorso è lungo...bè fallo, sennò che cazzo ce l'hai a fare un blog????:) con affetto.

    RispondiElimina

Dai, parla, esprimiti!